year : 2010 13 results
  • Gastronomia darwiniana

    Ci sono connessioni dinamiche fra le nostre predilizioni culinarie, i nostri geni, le diete dei nostri antenati e i luoghi che le nostre culture ancestrali hanno eletto come "casa"? Una domanda importante, che troppo spesso non si pongono i cultori dell'alimentazione, tralasciando che ogni singola cucina riflette la storia evolutiva di un particolare popolo nel suo far fronte alla disponibilità di piante e animali commestibili, alle malattie più frequenti, alla siccità, alle epidemie. Si ...
  • Una pinta di preistoria: il Lambic

    Se non mi fosse stato caldamente consigliato, non avrei partecipato all'incontro-degustazione del Lambic presso Bir&Fud. La birra non mi hai mai "sedotta", è difficile che ne ordini una solo per me, di solito ne rubo un pò a qualcuno che la ordina al tavolo... "Ma il Lambic è diverso, devi provarlo, è la bevanda che più si avvicina alla birra arcaica, per una che, come te, studia l'alimentazione, è un'occasione unica quella del 20 agosto". E' bastato solo questo per farmi incurio...
  • L’approccio evoluzionistico alla cultura II: oltre la memetica

    In un precedente post ho parlato di memi, ma questo non è l'unico modo di studiare la cultura, i migliori tentativi nell'applicare i modelli evolutivi alla cultura partono da un approccio diverso da quello proposto dalla memetica. I teorici del meme hanno dato grande importanza all'evoluzione per selezione naturale, considerandola un processo che richiede differenti tipi, a differenti livelli, di competizione tra i replicatori. Questi studiosi tendono a considerare troppo stretta l'analogia ...
  • Pane e bugie di Dario Bressanini

    A dire la verità questo libro di Dario Bressanini mi ha alquanto confusa: non è una lettura facile, non per il modo in cui è scritto – per carità, anzi! – ma per l’opera di rieducazione alla quale sottopone. Si deve, in pratica, disimparare quello che si sapeva (o si dava per scontato) sul pianeta “alimentazione” e riprogrammare il cervello a un più duttile approccio alla materia contesa. Proprio così, contesa, perchè è questa la vera protagonista di questo volume: la ...
  • L’approccio evoluzionistico alla cultura: la memetica

    In un articolo Pete Ward apparso su "Le Scienze" si chiede se Homo Sapiens si stia ancora evolvendo o se la nostra specie si sia, da questo punto di vista, stabilizzata. Sebbene l'eredità genetica stia ancora operando (negli ultimi 10.000 anni gli esseri umani si sono evoluti 100 volte più velocemente rispetto a qualsiasi altra epoca) sembra che oggi sia la cultura il fattore che decide se gli individui vivono o muoiono; ora l'evoluzione potrebbe essere puramente culturale, invece che ...
  • Teoria ed evoluzione del pettegolezzo

    Una volta era il pettegolezzo, ora è diventato qualcosa di più... Una volta era una strategia difensiva, oggi si è trasformato in una modalità di scambio di informazioni tanto da aver perso il suo lato negativo ed essersi trasformaro in un canale di comunicazione neutro, da declinarsi secondo necessità. Fatto sta che di "pettegolezzo" se ne parla tanto oggi, a volte con giudizio, a volte con pregiudizio a volte se ne parla per parlarne, senza bene sapere il perchè, il che vuol dire che ...
  • Del gusto cross-culturale, il Caso della guida Michelin

    la guida Michelin dedicata ad Hong Kong e Macao

    Incuriosita dal precedente post scritto in base al lavoro svolto da Thomas Miles ho voluto approfondire  meglio la questione relativa alla percezione del gusto in un'ottica cross-culturale, stavolta dedicata al cibo in generale e non soltanto al vino. Ho fatto una ricerca e mi sono imbattuta in un vecchio post di "Cognition and  Culture" che analizzava in tal chiave di lettura l'uscita in libreria dell'edizione della guida Michelin dedicata ad Hong Kong e Macao. La domanda che  veniva posta è se esistesse una guida Michelin valida universalmente... Mi sono subito intrigata! Ma qual'è, intanto, la genesi di questa famosa guida? Dopo la Prima Guerra Mondiale, si diffuse in Europa l'automobile: la tratta Parigi-Nizza, sulle strade francesi 6 e 7, divenne la più frequentata, stimolando la nascita di numerosi ristoranti lungo il percorso. Nel 1900 la Michelin, casa produttrice di pneumatici, pensò di stimolare il mercato dell'automobile creando una guida ai servizi per gli automobilisti, in regalo a chi acquistava pneumatici, con indicazioni di benzinai, gommisti, meccanici, ma anche monumenti e curiosità. Solo nel 1920 vennero aggiunti gli indirizzi dei migliori ristoranti e hotel in tutto il territorio francese, e la guida fu venduta come prodotto autonomo. Nacque anche la mascotte Bibendum (il famoso "omino Michelin"). Nel 1926 venne introdotta la prima stella per segnalare i migliori ristoranti di provincia, e con l'edizione 1931 si sviluppa il sistema delle tre stelle, esteso anche ai locali parigini. Da qui in poi l'evoluzione di questa guida non conosce limiti né di paese né di lingua. Negli ultimi anni poi, alla valutazione simbolica e numerica del ristorante si sono aggiunte descrizioni coincise dell'ambiente e dei piatti più originali e carte del paese  con indicazione dei ristoranti stellati. Fino ad ora la Michelin  ha limitato il suo campo di azione All'occidente, ora  nonostante le differenze con la cucina occidentale, la cucina cinese rappresenta una sfida interessante per gli  editor della Michelin. Si fa una certa difficoltà a pensare di poter imparare ad apprezzare (e valutare) una nuova tradizione culinaria  dimenticando quelle che sono le nostre avversioni da occidentali (relative a ricercatezze gastronomiche come possono essere per esempio le uova centenarie).Ci si chiede, quindi, se  i giudici della Michelin saranno in grado di valutare correttamente  i ristoranti di Hong Kong. Il disgusto è una disposizione universale. C'è una specifica espressione facciale e delle caratteristiche reazioni  psicologiche che lo identificano (se per esempio un oggetto ritenuto disgustoso entra in contatto con uno che non  lo è, quest'ultimo viene ritenuto contaminato, e quindi disgustoso). Il disgusto è un utile strumento psicologico  per degli onnivori quali sono gli esseri umani, ci permette infatti di imparare dagli altri quale cibo è  commestibile e quale no. Secondo gli studi condotti da Paul Rozin è dai 0 agli 8 anni che si sviluppa il nostro  senso del disgusto, dopo questo periodo ciò che è stato classificato come disgustoso resta tale per tutta la vita.  Il disgusto è un ottimo esempio di incapsulazione: si può tentare di bypassare le nostre avversioni, ma non si sa  bene per quale ragione, nulla ci convincerà pienamente che il cibo che si sta mangiando è commestibile se abbiamo anche lontanamente il dubbio che non lo sia. Il disgusto è  quindi sia universale che culturale. Come il linguaggio, è un meccanismo universale che ha bisogno di input  culturali. Il modo in cui funziona il disgusto può farci pensare che giudici che sono cresciuti nell'ambito della cultura  occidentale non possano essere in grado di giudicare e apprezzare pienamente la cucina cinese. Certo, c'è una cucina cinese per  gli occidentali, ma se la Michelin  scegliesse dei giudici cinesi la guida sarebbe di qualche utilità per un  pubblico occidentale? O c'è bisogno di una guida di Hong Kong per occidentali, un'altra per i cinesi e  probabilmente molte altre guide per ogni tradizione culinaria? Oggi il relativismo non è più un fattore empirico quanto una precauzione metodologica. Come Micheal F. Brow  suggerisce in un recente articolo di Current Anthropology, gli antropologi hanno cessato di aderire alla tesi  secondo la quale le persone vivono in mondi differenti e considerano il relativismo solo una modalità di sospensione  del giudizio per meglio osservare una credenza o una pratica all'interno del loro contesto di appartenenza.  Comunque sia, la cucina può essere uno dei pochi contesti nel quale il relativismo empirico è completamente valido.  Sembra che per la cucina  si viva in mondi differenti e non comparabili tra loro....
  • Vino e psicologia nella degustazione cross-culturale – L’Asia

    Jeanni Cho Lee, uno dei più importanti Master of Wine in Asia, sta dando vita ad un nuovo modo di comunicare il mondo del vino, e la sua degustazione, ai consumatori asiatici. Jeannie ha puntato l'attenzione, infatti, sui differenti tipi di approccio alla capacità di descrivere un vino e sul contrasto esistente tra i consumatori occidentali e asiatici. Per fare un esempio, poche culture asiatiche consumano bevande fredde durante il pasto. La tolleranza ai tannini varia ampiamente, ma in zone ...
  • La cucina ci ha resi “umani”?

    Ho trovato particolarmente interessante il documentario di Charles Colville dedicato ad un interrogativo che tanto assilla gli scienziati: il cibo cotto ha fatto la differenza nell’evoluzione umana? E’ proprio questo il titolo del documentario “Did Cooking Make Us Human?” che purtroppo è visibile solo se residenti in Inghilterra. Da Youtube è possibile visionarne qualche stralcio: [youtube]http://www.youtube.com/watch?v=A7JuMTlZVvM[/youtube] Noi siamo l’unica specie che cucina il ...
  • Cibo ed evoluzione secondo Richard Wrangham

    Gran risultato la cultura umana, ma cosa ha fatto la differenza?  La cucina, stupido! Ecco un buon incipit, fornito da un interessante articolo del The New York Times, "Why Are Humans Different From All Other Apes? It’s the Cooking, Stupid". Che evoluzione e alimentazione siano indissolubilmente interconnesse, e che ci abbiano consentito di avere quel cervello talmente unico da aver permesso la nostra cultura, forse un pò troppi lo danno per scontato. Io no. Anzi, è questo tipo di ...
  • L’evoluzione della cultura – di Luigi Luca Cavalli Sforza

    Uno dei libri cardine che affronta lo studio dell'evoluzione e della trasmissione culturale è il famoso libro di Luigi Luca Cavalli Sforza "L'evoluzione della cultura".  Un libro che mi ha indignata, non per i contenuti (per carità), ma per l'ottusità che a volte vedo nei miei colleghi "culturali" (non che i "fisici" scherzino) o forse semplicemente, che ha permeato l'antropologia fino a poco tempo fa. Ora, l'idea principe, propugnata dallo stesso Cavalli Sforza, l'interdisciplinarietà, ...