Antropologia culturale 19 results
  • Euristiche additive ovvero: qual è il tuo verso?

    La copertina del libro di H. S. Becker

    Spesso, di fronte alla prospettiva di una nuova ricerca sociale, o di un interesse in tal senso, ci troviamo a fronteggiare un'eventualità: il tema è stato affrontato da un altro studioso (o da più studiosi). Può essere sconfortante, e ci si interroga giustamente sul senso del portare avanti un qualcosa che è già stato ampiamente analizzato diverse volte. Dobbiamo fermarci? ...
  • La danza rituale del Gara Yaka: il capodanno cingalese a Roma

    Uno degli altari presenti nel Pandal

    Il 14 aprile 2013, ho avuto la fortuna e l'onore di assistere all'Aluth Avurudda , una festività molto importante per la comunità cingalese romana, equivalente al nostro Capodanno. La comunità si è riunita in preghiera e poi ha dato inizio a tre giorni di festa. Dopo la benedizione del mattino che ha trovato l'apice con l'unzione dei fedeli, si è mangiato e si è giocato insieme, aspettando le 15, ora in cui ha inizio il rito danzato della Gara Yaka "la danza dei diavoli". Questa danza si basa sulla convinzione che ci sono una serie di misteriosi esseri benevoli e malevoli che devono essere costantemente placati e pacificati. Le cerimonie sono eseguite da sacerdoti speciali e sono associate alla dea Pattini. Queste danze rituali hanno il compito di eliminare tutta una serie di disturbi fisici ed esorcizzare il male. Il tutto viene rappresentato in un Pandal (che potete vedere nelle foto), una struttura, sia temporanea che permanente, utilizzata in alcuni paesi asiatici per determinati riti religiosi. ...
  • Antropologia religiosa di una ricostruzione forense: Il volto di S. Antonio da Padova

    In questa immagine la statua di S. Antonio da Padova donata dallo scultore Giacomo D'Alterio, dipinta da Ilaria Auriemma per il Giglio Passo Veloce opera di Gerardo di Palma (foto di Antonio Castaldo)

    (…) nei tratti del nostro volto è scolpito il ritratto della nostra anima (…)” (Thomas Browne)

    Il 31 agosto 2014 a Brusciano (Na) ha avuto luogo l'annuale Festa dei Gigli. Protagonista di questa celebrazione, anche se siamo in Campania, è S. Antonio da Padova. La devozione a questo santo è così forte a Brusciano che la festa in suo onore è più sentita e vissuta di quella del santo patrono del paese, San Sebastiano. Quest'anno la celebrazione è stata però caratterizzata da un'importante novità: uno dei Gigli dedicati al santo, il Giglio Passo Veloce, ha portato al suo apice l'effige di S. Antonio da Padova con il suo vero volto. I Gigli sono costruzioni in legno di pioppo, abete e castagno a forma di obelisco dell'altezza di 25 metri e del peso di 50 quintali, montate con chiodi e funi e rivestite di scene a sfondo religioso. La ricostruzione forense del volto del santo è stato un lavoro di equipe che ha visto impegnate realtà come il museo di antropologia dell'università di Padova, Arc-Team e Cicero Moraes e presentata in anteprima, a Padova, durante il giugno Antoniano 2014. ...
  • I Dubbi e le incertezze del mestiere: Antropop di Duccio Canestrini

    La copertina del libro di Duccio Canestrini

    E' molto che non scrivo. Le motivazioni sono tante, ma forse la più importante è che ho messo un po' in discussione tutto; il come faccio antropologia e il come si fa antropologia dell'alimentazione, almeno qui in Italia. Sono sempre stata abbastanza critica sul modo in cui si approcciano i temi della cultura alimentare, chi mi segue lo sa. Eppure più vado avanti più mi rendo conto che, pur non piacendomi quello che vedo, non ci si può soltanto lamentare, bisogna agire. Lavorando mi si chiede di dare sostanza e rilevanza scientifica a un evento enogastronomico. Questo vuol dire (almeno per me) uscire fuori dalla solita retorica della tradizione e dargli un'anima che veda parlare tra di loro antropologia, storia, cultura alimentare e modernità. Non è facile, specie oggi, dove inciampare nella banalità (e a volte nell'assurdo) sembra all'ordine del giorno. Il mondo dell'antropologia sogghigna e mangia a spese di questo teatrino enogastronomico, leggendo il nuovo libro di Duccio Canestrini "Antropop", ci si rende anche conto del perché. ...
  • Vito Teti, o del non banalizzare la tradizione alimentare

    L'antropologo Vito Teti

    Ci sono persone di cui leggi molto, durante gli anni formativi, che finiscono per plasmare il tuo modo di vedere il mondo, di concepirlo e di osservarlo. E' accaduto anche per me con Vito Teti, uno degli studiosi  più lucidi nel grande mare nostrum dell'antropologia dell'alimentazione (e non solo). Sono scrittori a cui tornare quando si perde un pò il senso dell'orientamento, un porto sicuro dove ritrovare ristoro alla mente, tornando a essere più sobri, prima di tutto intellettualmente poi nella vita quotidiana, che altro non è che il lato pratico della nostra vita mentale. ...
  • La retorica della Tradizione

    “La commemorazione tradizionalista riposa spesso sull'ignoranza del passato” (Néstor Garcìa Canclini)

    In vari post ho accennato, in maniera più o meno approfondita, allo scottante tema della tradizione. Ieri, leggendo su Facebook lo status di Luca Ferraro, viticoltore, mi sono resa conto di quanto invece sia importante fare il punto della situazione. Luca scrive:
    “Io adoro le tradizioni sia ben chiaro. Vorrei solo fare un piccolo inciso, la tradizione senza innovazione si chiama immobilismo”
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  • Sant’Anna, dalla Grande Madre alle ricette che la festeggiano

    Oggi si festeggia Sant'Anna insieme a suo marito Gioacchino, i genitori della Madonna. Eppure quella a essere maggormente celebrata è Anna che, insieme a Santa Maria Maddalena (festeggiata il 22 luglio), ricopre le antiche funzioni della Grande Madre, tra cui quella di vegliare sulle partorienti. ...
  • Breve storia della papagna in 7 tweet

    Non so come mi sia venuta l'idea, sta di fatto che mi sono inventata un format via twitter che si chiama "La storia di xxx di 7 tweet". Ho cominciato con la storia della papagna dopo aver letto quello che scrive Samorini e Tania Pagliara circa il papavero da oppio. Sembra infatti che i documenti archeologici più antichi, riguardo questa pianta, siano stati ritrovati in Italia, ed è probabile che siano stati gli "italiani" di ottomila anni fa a creare per selezione il Papaver somniferum.

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  • Il consumo dell’Altro – Lévi-Strauss – Memento

    Questi primitivi, che basta aver visto una volta per essere edificati [...], sono, per diversi aspetti,  i nemici di una società  che recita a se stessa la commedia di nobilitarli nel momento in cui riesce a sopprimerli [...]. Povera selvaggina presa al laccio della civiltà meccanizzata, indigeni della foresta amazzonica,  tenere e impotenti vittime, posso rassegnarmi a capire il destino che vi distrugge, ma non lasciarmi ingannare da questa magia tanto più meschina della vostra, che ...
  • La collaborazione fra tradizione, identità e territorio: i vignaioli del Morellino di Scansano

    A volte può solo far bene uscire dalla propria area di specializzazione per poter vedere le cose da un nuovo punto di vista.  Così quando  la cantina del Morellino di Scansano mi ha chiesto di parlare di cosa sia la capacità di collaborare da un punto di vista antropologico ho raccolto la sfida. Nel workshop che si è tenuto il 29 giugno a Scansano ho così potuto riallacciare concetti cari all'antropologia quali identità e territorio alla scelta di buona parte dei vignaioli di costituirsi in una cooperativa ben 40 anni fa. Una decisione illuminata grazie alla quale la qualità dei loro vini è indubbiamente cresciuta insieme alla convinzione che fare gruppo rende sì più forti ma anche più uniti e motivati a valorizzare la terra che coltivano. ...
  • Una nuova avventura: la direzione del Museo di Pastena

    Quando ho deciso da bambina che da grande avrei fatto l’antropologa, mi vedevo emula di Margaret Mead e Ruth Benedict, immersa nella vita di quelle popolazioni che ancora romanticamente venivano definite “primitive” e “selvagge”, quindi tagliata fuori dalla mia cultura per impararne un’altra. Da studentessa custodivo l’ideale di “preservare” queste culture da quella modernità che, avanzando sempre più velocemente, le avrebbe fagocitate, facendole scomparire non solo ...
  • La memoria dei contadini: un convegno molte riflessioni

    Si è conclusa da circa una settimana la manifestazione “La memoria dei contadini. Musei, biodiversità e saperi della terra”, alla quale ho partecipato ospite del Comune di Santarcangelo di Romagna come relatrice a una delle due sessioni del tavolo dedicato a "Musei e Saperi della Terra". Un’occasione interessante non solo per presentare un lavoro ma anche per osservare il percorso che l’antropologia sta conducendo nel ripensare la museografia e in special modo quella dedicata al mondo contadino. E lo fa ponendosi tutta una serie di interrogativi indice del fatto che, al pari dei musei, sta rivitalizzando il suo operato indirizzandosi come materia applicata e non solo teorica. L’antropologia dell’alimentazione, o della produzione degli alimenti è sempre stata vista dagli antropologi come materia poco dignitosa per un’indagine seria, scrupolosa, scientifica e quando lo ha fatto è accaduto sempre in relazione a studi in cui il cibo era espressione di un fenomeno altro, quasi un corollario. Ora qualcosa sta cambiando. E’ un buon segno quello di antropologi che si incontrano e si mettono a parlare di agricoltura; sta nascendo un’etnografia delle agricolture contemporanee che dialoga con una museografia dell’agricoltura contemporanea per fare sì che i musei si trasformino in presidi del territorio. ...