I musei del pane italiani

Quanti musei del gusto dedicati esclusivamente al pane ci sono in Italia? Facendo una ricerca pensavo molti di più di quanti ne possiamo trovare come potremo vedere, in elenco, più avanti.

Così per curiosità sono andata un po’ a guardare lo stato delle cose. Mi ricordavo che nel 2007 Carsa Edizioni aveva pubblicato, nel suo “Musei del gusto”, il censimento di tutti i musei che custodivano la memoria enogastronomica del nostro paese, ne recensiva 85 e nessuno era dedicato specificatamente al pane.
Eppure ancora prima di questo lavoro generico l’Insor, l’Istituto nazionale di sociologia rurale, allora condotto da Corrado Barberis, pubblicava l’ “Atlante dei prodotti tipici: il pane”.
Suddiviso in regioni ne contava 200 tipologie, declinabili in più di 1500 se si contano le realtà locali. Un vero e proprio patrimonio quindi.

Una buona visione della realtà museale enogastronomica italiana, aggiornata a qualche giorno fa, ce la offre il sito comunicazione nella ristorazione, diretto da Nicoletta Polliotto, dove spiccano finalmente quattro musei dedicati esclusivamente al pane.

Massimo Montanari ci ricorda come i musei enogastronomici non siano in genere anteriori agli anni Novanta del XX secolo e come siano il risultato di un turismo intelligente che vuole capire il senso di un territorio, dei rapporti consolidati che ogni società ha intrattenuto con l’ambiente in cui vive, traendone le risorse per vivere. Queste realtà accanto al valore turistico associano quello didattico, illustrano i sistemi produttivi e territoriali, con l’intento di trasmettere l’idea di complessità che c’è dietro al tema o all’alimento protagonista delle collezioni, tangibili o intangibili, che vi sono ospitate.

I musei stanno cambiando insieme alle esigenze delle persone della società, diventano sempre più luoghi vivi, in cui si ospitano occasioni comunitarie nelle quali il museo è sede di esperienze non tanto e solo gastronomiche, quanto di comunicazione culturale attraverso il cibo.

A rendere più chiara la poliedrica missione del museo è il lungo processo di elaborazione di una sua nuova definizione avvenuto dopo l’approvazione dell’Executive Board di ICOM (international Council of Museums), che sarà posto in votazione nell’Assemblea Straordinaria, che si terrà il 24 agosto a Praga nell’ambito della Conferenza Generale.

La nuova proposta di definizione di cosa sia un museo, sostituirà quella approvata a Vienna nel 2007, ed è stata così delineata:

Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che effettua ricerche, raccoglie, conserva, interpreta ed espone il patrimonio (culturale) materiale e immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano eticamente e professionalmente e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze.

Il pane ben si presta, come alimento trasversale, a comunicare la ricchezza culturale del patrimonio tangibile e intangibile di un luogo, di una comunità. Esso, infatti, è tra i pochi alimenti che, per la loro utilità e versatilità simbolica, hanno formato per anni la grammatica più elementare del rapporto tra uomo e ambiente. Quanto più diminuisce il valore nutritivo odierno del pane, tanto più viva diventa la sua ricchezza simbolica: i procedimenti per la sua produzione si differenziano, le sue forme si moltiplicano, la sua qualità si connota dal punto di vista sociale, e si rinnovano le tradizioni ad esso legati. Pane segno, pane sacro, pane rituale, pane sociale, pane comunitario, pane per le feste e per tutti i giorni sono stati oggetto di esplorazione da parte di vari antropologi e sociologi, finendo per diventare alimento intorno al quale costruire un museo.

Ecco – quindi – i musei del pane italiani, ovviamente un censimento non completo, che vi chiedo di aiutarmi a colmare, a cui voglio dare come cornice interpretativa il mio libro dedicato all’archeologia e all’antropologia del pane, che nella seconda parte si incentra proprio sulle dinamiche tra cultura, pane, territorio e tradizioni popolari. Buona lettura e… buona visita!

P.S. alcuni dei musei indicati sono chiusi o aperti solo su appuntamento, vi consiglio di contattarli prima di programmare una visita.

P.P.s. per colmare le inevitabili lacune vi chiedo di scrivermi a lucia.galasso[at]antropologialimentare.it
Grazie!

Lombardia
Museo del Pane – Castello Bolognini

Puglia
Museo del Pane di Vito Forte

Sardegna
Museo del Pane Rituale (temporaneamente chiuso)

Museo del Pane e panificazione del Civraxu

Museo del Pane ad Orgosolo

Museo Casa del Pane di Pompu

Museo casa del pane di Villaurbana

Calabria
Museo del pane di Cerchiara di Calabria

Museo del pane Comune di Panettieri

Museo del Pane di Cuti

Emilia-Romagna
Museo del pane di Maiolo

Museo del pane Mulino sul Po

Piccolo museo I mulini della valle

Sicilia
Museo del Pane Rituale di Salemi

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